Questioni di insicurezza sismi.ca
(a cura dell'ing. Bruno Larosa)

Dal primo gennaio di quest’anno è stata attivata dalla regione Calabria la nuova piattaforma telematica per la gestione del procedimento amministrativo di autorizzazione sismica ex art.94 DPR 380/2001.
SISMI.CA è l’acronimo di ”Sistema Informativo per l’analisi strutturale e il monitoraggio degli interventi in Calabria” ed stato elaborato dalla SINERGIS (ora DEDAGROUP),una società che opera nel settore dell’information technology.
Si tratta in pratica di un software di gestione che da un lato consente ai professionisti di inviare le pratiche di autorizzazione sismica per via telematica, dall’altro dovrebbe agevolare i tecnici regionali nella definizione del provvedimento di autorizzazione.
Com’è noto già dal gennaio 2012 era operativo il SI-ERC (sistema informativo per l’edilizia nella Regione Calabria), creato da EUCENTRE, una società specializzata nella formazione e ricerca nel campo dell’ingegneria sismica.
Lo switch-off del SI-ERC e l’attivazione del SISMI.CA ha destato forti perplessità tra le categorie professionali interessate, per tutta una serie di motivazioni, e sin da subito sono emerse forti criticità nella gestione della delicata, e non ancora conclusa, fase di transizione.
Sul fronte istituzionale è stata data forte enfasi all’aspetto che più ha caratterizzato l’introduzione del nuovo sistema informativo,ovvero la dematerializzazione dell’intero procedimento.  Attraverso il SISMI.CA è infatti possibile l’invio telematico degli elaborati di progetto corredati di firma digitale, così come le dichiarazioni rese dai soggetti coinvolti, nonché tutti gli atti successivi al provvedimento autorizzativo, fino al certificato di collaudo statico. Pertanto non è più necessariala consegna, presso gli uffici regionali, delle copie cartacee del progetto e della documentazione a corredo dello stesso.
Tuttavia è forse opportuno evidenziare come sebbene la dematerializzazione sia indubbiamente un’innovazione di non poco conto, questa non può certamenteessere considerata una rivoluzione afferentealla nuova piattaforma. Già con il SI-ERC infatti il progetto veniva trasmesso telematicamente e l’applicazione della firma digitale agli elaborati avrebbe potuto essere tranquillamente apposta prima di procedere all’invio telematico. Sarebbe stato sufficientequindi dotare il SI-ERC di un semplice plug-in per la verifica della firma digitale e modificare le disposizioni normative regionali che prevedevano il deposito cartaceo in tre copie.
C’è da chiedersi se la spesa di circa ottocentomila euro sia giustificata da altre peculiarità del SISMI.CA; magari una gestione più versatile delle pratiche o forse un algoritmo di controllo più efficiente per ciò che concerne la rispondenza delle analisi strutturali alla norme tecniche.
Ma proprio quest’ultimo aspetto, che rappresenta il fulcro del sistema, grazie al quale dovrebbe essere reso più snelloil controllo del progetto strutturale da parte dei tecnici regionali, ancora oggi, a trenta giorni dall’attivazione, di fatto non è utilizzabile.
Le ragioni di tale impasse sono da ricercarein primo luogo nella quantità di variabili che entrano in gioco in una simulazione numerica quale è un’analisi strutturale. Nella nuova piattaforma sono state pesantemente ridefinite le modalità di input dei dati numerici,basti pensare che il 50% della manualistica resa disponibile (circa 260 pagine) riguarda i format con cui tali dati devono essere inseriti. E’ irrealistico pensare di poter introdurre manualmente tutti i dati che il SISMI.CA richiede, così come del resto lo era per il SI-ERC.
In effetti le elaborazioni di un’analisi strutturale sono oggi elaboratedai progettisti con l’ausilio di software dotati di sofisticati algoritmi di calcolo, che tra l’altro consentono di verificare i risultati ottenutidirettamente sulla modellazione tridimensionale effettuata.
Il problema vero però, che ancora non è stato risolto, è nel passaggio dei dati, relativi alla modellazione e al calcolo, tra il software di cui si avvale il progettista e quello presente nel SISMI.CA.
Quello che è accaduto è che di fatto il legislatore regionale ha imposto e reso operativo un formato dati proprietario senza prima aver avutosufficientemente cura di divulgarlo, e senza tener conto cheil problema dell’interscambio dati fra applicazioni e sistemi diversi è critico per qualunque azienda od organizzazione. Questa è una tematica assai nota a chi si occupa di gestione dei sistemi informativi e rappresentazione digitale dell’informazione, ma a quanto pare quest’aspetto nel caso del SISMI.CA è stato affrontato con estrema leggerezza.
Tra l’altro non è detto che le società produttrici di software di calcolo siano disposte ad impegnarsi a creare moduli di conversione dei dati specifici per il SISMI.CA, anche perché non si ha nessuna garanzia che il sistema non cambi nuovamente con l’alternarsi di amministratori e dirigenti di settore che potrebbero non condividere le scelte dei loro predecessori.
Il sistema quindi attualmente è in stalloe, per i motivi su esposti, non poteva essere preventivamente testato dagli ingegneri e architetti della Calabria, contrariamente a quanto viene invece affermato dagli uffici regionali.
Volendo poi entrare in maniera approfondita nella procedura di controllo che il SISMI.CA effettua sui calcoli strutturali inseriti, questa è distinta in due fasi: una prima fase in cui viene verificata la coerenza dei parametri di pre-processo dell’analisi strutturale rispetto a quelli  indicati nelle NTC; una seconda fase in cui vengono verificati i risultati delle simulazioni numeriche eseguite con il calcolo vero e proprio.
Su quest’ultima fase è  bene  rilevare come il controllo dei risultati sia eseguito su una casistica assai limitata di tipologie strutturali. Questo perché la procedura opera per estrapolazione di schemi statici semplici da un modello strutturale che può essere anche molto articolato, sia per geometria che per materiali. Ma questa riduzione del livello di complessità,nella generalità dei casi, non èattuabile con una proceduraautomatica.Dipende dalla sensibilità del progettista strutturale valutare quali siano gli schemi semplificaticui ricorrere per effettuare delle verifiche e questa sensibilità è tutt’altro che oggettiva e non può essere implementata in un algoritmo.
Per questo motivo il SISMI.CA, ma già prima il SI-ERC, esegue le verifiche dei risultati di calcolo solo su un ventaglio assai limitato di strutture, riferibili a schemi statici standard, per le quali provvede ariscontrare che i valori numerici forniti dal progettista abbiano solamente un ordine di grandezza plausibile. Tuttaviasono proprio le strutture più complesse a impegnare maggiormente i progettisti nel calcolo;queste sono quelle che presentano maggiori criticità nella valutazione della risposta sismica, ma sulle quali il SISMI.CA non effettuataalcuna verifica numerica di post-processo, proprio perché non è ragionevolmente possibile implementare alcuna procedura di riduzione a schemi semplificati.
Sorprendentemente il SISMI.CA viene pubblicizzato come sistema per la riduzione del rischio sismico, mentre invece è solo un sistema per la catalogazione dei progetti e la gestione del procedimento amministrativo di autorizzazione.
In realtà nessuna normativa nazionale impone il controllo numerico dei calcoli strutturali da parte degli uffici preposti, ma prevede soltanto che questi calcoli siano effettuati nel rispetto di specifici parametri e che taluni dettagli geometrico-costruttivi siano conformi a determinate prescrizioni.Probabilmente il legislatore regionale ha inteso la ratio della norma in maniera ben più ampia di quanto in realtà non sia, determinando forse un abuso della funzione di controllo.
Ma l’aspetto che ha forse suscitato maggiormente l’insofferenza delle categorie professionali è la quasi totale assenza di seminari formativi e di presentazione della nuova piattaforma.Anche per questa ragione la fase di test e sperimentazione da parte dei professionisti non si è concretizzata, né poteva essere attuata “smanettando” su un sistema sconosciuto. Quest’aspetto col SI-ERC è stato curato certamente di più.
Del resto è quantomeno singolare che prima si chiedaai professionisti di testare la piattaforma, ma poi non si tengano in considerazione le loro istanze, tanto più se provenienti dagli ordini professionali rappresentanti l’intera categoria. Un atteggiamento questo che lascia davvero perplessi.
Le duemila registrazioni già effettuate non possono certamente far dedurre che si stia lavorando senza blocchi o malfunzionamenti, come invece si vuol fare intendere dagli uffici regionali, poiché registrarsi su unapiattaforma è cosa ben diversa dall’operarvi.
Se da un lato è vero che occorrevasnellire l’iter amministrativo agevolando il lavoro dei funzionari del servizio tecnico decentrato,dall’altro era necessario dare ai professionisti la possibilità di operare senza incertezze. Questo poteva esser fatto gestendo anticipatamente ed in maniera più metodica e programmata la fase di transizione.
La presunta collaborazione con gli ordini professionali in verità non c’è stata, poiché limitata ad un confronto  in cui le posizioni arroccate dell’ente non hanno consentito un dialogo davvero costruttivo.
Gli ingegneri non lamentano l’introduzione di una nuova piattaforma, al contrario sono sempre aperti, per formazione, a tutto ciò che è innovazione tecnologica, ma chiedono legittimamente che questo sistema funzioni e sia efficiente.
Con una metafora, la macchina è stata messa su strada prima che fosse completata la messa a punto e senza che fossero stati istruiti i piloti sui comandi da utilizzare.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti gli operatori del comparto dell’edilizia; un comparto già in forte crisi che ha risentito pesantemente di una valutazione assai superficiale dell’impatto tecnico, economico e sociale che il nuovo sistema avrebbe avuto.
Chi si occupa di governance del territorio è opportuno che agisca con prudenza ma anche con lungimiranza,
soprattutto quando si tratta di un tema pericolosamente attuale come quello della sicurezza sismica.
Ma ad oggi il SISMI.CA ha prodotto solo insicurezza.

Cosenza, lì 06/02/2017
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